TecnoFoto School in Marocco

25/03/2017

Eccomi di nuovo a raccontarvi la mia esperienza di viaggio nel sud del Marocco, in compagnia dei partecipanti della Tecno Foto School. Questa mattina la sveglia suona dopo averci lasciato riposare dalle fatiche del giorno precedente, l’hotel che ci ha ospitato offre una prima colazione ottima, sia in stile internazionale che marocchino. Prima di partire per la prossima destinazione, acquistiamo in un minimarket quello che ci servirà per l’aperitivo che abbiamo deciso di organizzare tra le dune del deserto. Sono le 9 e siamo sulla strada per Zagora, davanti a noi si alzano le vette del Basso Atlante dai colori che variano dal rosso, all’ocra, al giallo e un verde dato dall’ossido di manganese, qui utilizzato nella produzione di ceramiche, e tegole che adornano i tetti. La velocità è sensibilmente diminuita, incontriamo moltissimi cantieri per il rifacimento e l’allargamento di questa arteria che conduce al deserto. Ci inoltriamo in una pianura pre desertica dove compaiono le prime dune, sono le 15,30 e finalmente arriviamo al Resort Dar Azawad, una vera oasi che sorge tra questa pietraia, ci accoglie una bellissima ragazza berbera in abito tipico, mentre sbrighiamo le solite formalità e l’assegnazione delle camere, ci viene preparato nel giardino a bordo della piscina, il classico tè alla menta.  E’ trascorsa poco più di un’ora, ed ecco, arrivano 3 fuoristrada Toyota con cui affronteremo l’erg. Mettiamo a bordo i nostri zaini fotografici e gli acquisti fatti a Zagora, ci dirigiamo verso l’ultimo villaggio del Marocco prima del grande deserto che si estende fino all’Algeria e oltre, i driver corredati dal classico turbante Tuareg, si divertono a salire sui fianchi sabbiosi, purtroppo questo ha provocato dei problemi a un occupante di un veicolo, che è costretto a ritornare alla base, e a smistare il resto dell’equipaggio sui restanti 4×4. Trasbordo effettuato e via si riparte, basta una mezzora di pista e raggiungiamo un campo tendato nascosto tra alte dune, che stranamente sulle loro sommità sono adornate da un alberello. Seguiamo i consigli che ci vengono dati di togliere le scarpe, e salire a piedi nudi o con le calze i ripidi pendii sabbiosi.

Un vento teso sposta la sabbia dalle cime e la fa volare, te la ritrovi nel naso in bocca e negli occhi, ma raggiunto l’apice di questa duna lo sguardo è bellissimo. La forza del Deserto è lì, davanti ai nostri occhi, è da un po che scattiamo foto, ma per un lasso di tempo che anche ora non riesco a quantificare, resto li incantato. Con me ci sono Anna, Giovanni, Carla, Marco e Michela con loro le lezioni di fotografia continuano, consigliando tempi, diaframmi e tagli di inquadrature. Il vento ci porta dei ritmi suonati da tamburi, provengono dal campo, è una specie di richiamo a tornare, e nella tenda su cui campeggia una pretenziosa scritta “Restaurant” ci sono Luca e le nostre guide che si divertono a suonare e cantare canzoni nella lingua del deserto, c’è anche un ragazzo che potrebbe avere una quindicina di anni, che indossa una galabira azzurra, ha preparato il classico tè alla menta e ce lo serve accompagnato da wafer e noccioline, scopro che vive li in compagnia di un gatto bianco ed è il custode del campo. I ritmi su susseguono sino a intonare, con grande stupore di tutti, Bella Ciao, in versione Magherb, il tempo passa veloce e più velocemente il sole inizia il suo declino, non possiamo mancare il tramonto tra le dune, risaliamo su quella più alta per le nostre riprese. Il buio arriva presto, e i tavoli al centro dell’accampamento sono pronti per quanto ci eravamo promessi, stappiamo le bottiglie di vino, rigorosamente marocchino, e apriamo le buste di patatine e brindiamo con i ragazzi che ci accompagnano, al sole ormai scomparso, ma che ancora dipinge il cielo con i suoi colori più caldi. C’è allegria, sfocia in canti al ritmo dei bonghi e il nostro giovane ospite coinvolge un po tutti in un ballo che secondo una traduzione incerta dovrebbe essere “del cammello” secondo me ci stanno prendendo in giro! ma ci stiamo veramente divertendo, e con così poco!!! Ormai è buio ed è ora di rientrare, arrivati al Resort, tempo di una doccia e siamo pronti per la cena, piatti saporiti e buonissimi a base di carne di pollo, molte verdure cucinate in vari modi e brochette di melanzane e pollo. Come avevamo programmato, saliamo sul tetto piatto di una casetta e nel buio quasi assoluto possiamo fotografare la Via Lattea, dopo aver spiegato come realizzare lo “ Star Trail” iniziamo a sommare gli scatti. Sono le 23,30, tutti a letto che domani ci aspetta il lungo viaggio di ritorno a Marrakech dove Nadir ci ha promesso di giungere in orario per apprezzare il tramonto sulla città.

A domani…nel prossimo post

 

 

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